Phonocut e i vinili home-made

I cari vecchi strumenti che tutti fino a qualche anno fa utilizzavamo per ascoltare la musica, sono ormai finiti nel dimenticatoio: cassette, nastri, e ormai persino i cd. Ma i vinili no, sono stati intelligentemente riportati alla luce dai creatori di Phonocut, un fantastico strumento che ci permetterebbe (addirittura) di inciderli. E, a sentire i creatori, è facilissimo da utilizzare.

Nato per farci riassaporare quell’effetto di note rigate e “reali” che le casse musicali moderne non riusciranno mai a riprodurre, questo strumento altamente somigliante ad un giradischi è stato inventato da una joint venture di imprenditori del web, designer e inventori svizzeri e austriaci per riportare nelle nostre case i suoni di un tempo.

Secondo i suoi inventori, Phonocut sarebbe a portata di chiunque. Basterebbe accenderlo, collegarlo ad una sorgente sonora e premere un tasto: tutto ciò che sentiamo da quel momento viene riprodotto in tempo reale, fino a quando non termina, dopo di che la magia è stata compiuta. Ed ecco che il nostro nuovo vinile è pronto per essere riascoltato, incorniciato o collezionato.

Phonocut porta alla luce anni e anni di appassionanti suoni dal sapore analogico, ma ha l’incredibile pregio di riuscire a custodire dentro di sé tutta la tecnologia odierna.

Collegandosi tramite app, infatti, è possibile (oltre a controllarlo) anche stabilire l’ordine in cui si vogliono incidere le tracce.

Tanto lavoro dietro ad uno strumento, che però va a giustificare il costo abbastanza oneroso: si parla di un prezzo di vendita di mille euro.
A breve partirà la prevendita su Kickstarter, dove saranno resi disponibili quantità limitatissime. Illimitato sarà, invece, il tempo di attesa: il prodotto non verrà spedito prima della fine del 2020.

Restano dubbi sul successo del progetto e su quella che potrà essere la qualità di registrazione, ma non è da escludere che altre realtà provino a seguire le orme di Phonocut, com’è già successo in altri ambiti non molto tempo fa (basti pensare alle stampanti 3D).

Tutti pronti al ritorno del vinile?