Whistleblowing, un arbitro nella tua azienda⚽

Hai un’azienda con più di 50 dipendenti?

Allora devi sapere cos’è il whistleblowing.

Cos’è?

Il termine deriva dall’inglese e significa “soffiare il fischietto“, come farebbe un arbitro per fischiare un fallo. Infatti il termine è stato ispirato a quello: come l’arbitro segnala un’irregolarità nel campo da calcio, il whistleblower è un individuo all’interno o all’esterno di un’azienda che segnala al datore di lavoro la presenza di comportamenti scorretti o illegali.

Perché?

Questa pratica è stata introdotta perché molto spesso in un ambiente di lavoro si possono creare dinamiche spiacevoli che talvolta possono generare omertà nelle persone, temendo ritorsioni. Qui entra in gioco il bisogno di una figura come il whistleblower che si fa avanti per segnalare le scorrettezze e per questo ha bisogno anche di essere tutelato. L’Unione Europea ha approvato a questo proposito una direttiva (n. 1937/2019, recepita dal d.lgs n. 24/2023) che prevede la tutela della riservatezza e la protezione da ritorsioni dell’informatore.

Chi?

La direttiva europea si rivolge in particolare alle aziende con più di 50 dipendenti e prevede che le segnalazioni possano essere inviate in forma scritta tramite una piattaforma digitale apposita, sia anonimamente che non. Il datore di lavoro disporrà poi al massimo 7 giorni per dare un primo riscontro all’informatore e 90 giorni per comunicare lo stato delle indagini.

Come?

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